Fonti

Cinque anni. Pur con lunghe pause, in un caso più di un anno, sono cinque anni che scrivo cose (non riesco proprio a trovare un termine più preciso) su queste pagine.

Recentemente ho provato a rileggerle tutte, compresi i commenti. L’ho fatto perché cominciavo a dimenticare di cosa avevo già parlato. Ho alcune fisse, convinzioni o temi che reputo importanti e mi trovo spesso a ripeterle. Mi ha fatto sorridere, in questa rilettura, notare quante volte ho ripetuto la parola gossip

Ho notato che molti degli sproloqui del mio blog derivano da una serie di letture, alcune esplicitamente menzionate in vari post, altre no. Mi è sembrato simpatico raccoglierle qui.

Le Bibbie

Ho un rapporto difficile con la lettura: faccio molta fatica a leggere, credo per un problema di dislessia, per cui se un libro non mi cattura non riesco proprio a proseguire la lettura oltre le prime pagine. Questo per quanto riguarda la narrativa, per la saggistica è ancora peggio. Alcuni libri che hanno superato questa barriera sono diventati per me delle pietre miliari, delle vere e proprie Bibbie.

Spiritualità

  • Lo Zen è l’arte della manutenzione della motocicletta di Robert M. Pirsig. È il libro che ha ispirato tutto il Blog, a partire dalla prima pagina. Romanzo che parla di un viaggio che attraversa gli Stati Uniti, del rapporto tra un genitore e un figlio, di quello tra la mente e la pazzia, ma anche trattato di filosofia. Tenta di trovare un punto comune tra la tecnologia (o la visione classica, razionale, del mondo) e i valori umani (la visione romantica, passionale). Trova questa unione nel concetto di qualità, parola di cui estende il significato fino a qualcosa che assomiglia molto a, o addirittura si identifica con, lo Zen.
  • The happiness hypothesis, di Jonathan Haidt. È un simpatico libretto, molto leggibile, che passa in rassegna modi per essere felici … che funzionano. Pillole di saggezza che arrivano da intuizioni antiche e ricerche moderne. Parla sostanzialmente del rapporto tra emozioni e mente conscia. Insomma, parla ancora di Zen, senza concentrarsi sulla pratica, ma illustrandone i concetti alla luce delle moderne conquiste della psicologia.
  • La via dello Zen di Alan Watts. Probabilmente uno dei libri che ha più influito sulla conoscenza dello Zen, e in generale delle filosofie orientali, da parte del mondo occidentale.
  • La Gaia scienza, Così parlo Zarathustra di F. Nietzsche. Difficile dire cosa abbia preso di qui. Certo alcuni aforismi letti in gioventù continuano a risuonare dentro di me. Di questo autore credo mi piaccia il tentativo di demolire i castelli di dogmi, abbracciando la vita in modo diretto.
  • Se incontri un Buddha per strada uccidilo di Sheldon B. Kopp. Un libro che insegna a non prendere troppo sul serio i simboli, anche quelli importanti, sacri. A non adorare il dito che indica la luna.
  • Senza Buddha non potrei essere cristiano di Paul F. Knitter. Un ponte tra cristianesimo e buddismo scritto da un prete cattolico. Molto belle le sinergie che indica. Bello soprattutto il voler fare questo accostamento: sembra implicitamente affermare che il pensiero, anche in campo religioso, che abbiamo ricevuto in eredità dai nostri avi è solo un passo intermedio, un impasto su cui merita ancora lavorare.
  • In principio era la gioia di Matthew Fox. Sicuramente la più bella idea di spiritualità con cui sia mai venuto a contatto. Un libro che rinfresca l’anima. Propone di ripensare la spiritualità eliminando i tratti cupi e gotici della tradizione cristiana, che parte da una dannazione eterna promessa ai nostri avi e riscattata con la tortura e morte di un innocente. Nel libro il concetto di base è una benedizione originale, non un peccato. La sua spiritualità mette al centro la bellezza, la meraviglia e la gioia di esistere. Riscopre, tra l’altro, l’esperienza mistica, persa dalla Chiesa nel periodo della Riforma e della Controriforma. La dimensione contemplativa e mistica, era invece centrale nei primi secoli del cristianesimo e nelle tradizioni mistiche, come quelle di San Francesco d’Assisi, Meister Eckhart e Giuliana di Norwich.
  • L’assassinio di Cristo di Wilhelm Reich. Un’altra lettura giovanile che ha lasciato un segno. Un libro sulla repressione, da parte delle società organizzate, dell’energia vitale e della spontaneità, simboleggiate qui dalla figura di Cristo. L’idea che la proposta di vita di Gesù di Nazareth comprendesse anche l’eliminazione di tabù sessuali e l’idea di comunità più aperte anche in questo senso mi affascinava.
  • I libri di Osho. Lui credo non ne abbia scritti: sono resoconti dei suoi seguaci. Tutti molto belli.
  • il codice segreto del Vangelo di Igor Sibaldi. Non poteva mancare in questa lista un Vangelo. Questa è una traduzione dal greco del Vangelo di Giovanni. Traduzione un po’ particolare. Sibaldi traduce l’espressione greca “ἐγώ εἰμι” (ego eimi) con “sè”. Nelle traduzioni ufficiali viene solitamente resa con “io sono” e diventa autoaffermazione di divinità da parte di Gesù in espressioni come “Io sono la via, la verità e la vita”. In questa traduzione la frase diventa “Il sé è la via, la verità e la vita”, decisamente Zen. Gesù di Nazareth è sicuramente stato esposto all’influenza delle culture orientali. Il buddismo esiste dal sesto secolo avanti Cristo e esistevano rotte commerciali che collegavano India e Cina al Mediterraneo. Non ci sono elementi quindi per dire che quella di Sibaldi non possa essere, in effetti, la traduzione corretta. Leggendolo, soprattutto se si ha a priori qualche idea di cosa sia lo Zen, il tutto sembra avere molto più senso delle versioni tradizionali.
  • Homecoming Orson Scott Card. I racconti di fantascienza di Scott Card mi piacciono tutti. In genere è più fanta-ecologia, qui è fanta-religione. Un Dio computer che parla ai suoi adepti attraverso reti di satelliti e sensori cerebrali dovuti a manipolazione genetica. È una storia molto bella (non credo, purtroppo, sia stata tradotta in italiano) e diventa una metafora molto ispirata del rapporto tra Dio e l’uomo.
  • I Ching, un libro di divinazioni di 3000 anni fa. Le edizioni moderne hanno una bellissima prefazione di Carl Gustav Jung che trasforma il libro in uno strumento per un dialogo col proprio inconscio.

Storia del mondo

  • Armi, acciaio e malattie: breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni di Jared Diamond. Credo sia stato consigliato a mio figlio durante il percorso scolastico. È stato davvero piacevole leggere questa storia del mondo, un piccolo assaggio di quello che avrebbe fatto Harari.
  • Sapiens: Da animali a dèi, Homo Deus, 21 lezioni per il XXI secolo di Yuval Noah Harari. Di nuovo una visione del mondo dall’alto, con uno sguardo che abbraccia millenni della nostra evoluzione e cerca di identificare quali direzioni, quali strade stiamo percorrendo. Bellissimi tutti. Mi piace questo guardare alla storia dell’umanità cercando percorsi. Chiedendosi verso cosa stiamo, tutti insieme, muovendoci. È un discorso religioso, in fondo. Dire che Dio ci parla attraverso la Storia non è essenzialmente questo?

Scienza

  • The science delusion di Rupert Sheldrake. Una critica alle assunzioni materialistiche che dominano la scienza moderna. Altra lettura appassionante. Sheldrake è uno scienziato, non un terrapiattista, ma mette in guardia dal mettere la Scienza su un altare. Gli scienziati sono uomini, e le loro organizzazioni sono umane, esposte alla fallacia, all’avidità, all’ottusità dei politici. Il libro è una carrellata di domande a cui l’autore chiede risposte oggettive, non influenzate da un presupposto materialistico e non agganciate a dogmi di intoccabilità. Include anche idee che ho trovato molto interessanti, come la “risonanza cosmica” che interpreta le leggi fisiche come abitudini evolute nel tempo anziché fisse e immutabili. Più di tutto mi è piaciuto il discorso sulla mente estesa. Il non essere la mente, la memoria e la coscienza confinate nel cervello, ma essere altrove, in una dimensione forse non fisica, su cui il cervello si sintonizza.
  • Guarirsi da dentro di Deepak Chopra. Oggi cercare sostegno a posizioni newage nella meccanica quantistica è un’attitudine abbastanza comune. Nel 1989, anno in cui è uscito questo libro, lo era un po’ meno. Chopra è un endocrinologo che diventato uno dei principali sostenitori dell’approccio olistico alla salute. In pratica sostiene un’idea che tutti i medici approvano: quella che pensieri, emozioni e credenze personali possano influenzare profondamente la salute, ma che pochi usano per curare i pazienti.

Futuro

  • Terra di David Brin. Un altro bellissimo libro di fantascienza. Scritto nel 1990 racconta una storia ambientata nel 2038, tra poco. Il mondo descritto nel racconto presenta una serie di previsioni molto azzeccate, che all’epoca erano, almeno per me, insospettabili. Si va dal cambiamento climatico che avrebbe sommerso città come Venezia, Londra, Miami e altre (non è ancora successo, ma le premesse sono buone), all’overload di informazioni che richiede figure che filtrino i dati, alla realtà virtuale, internet (quella di oggi, non quella embrionale di allora), smartphones e tablet. Tanto per capirci, all’epoca non esisteva il WWW e l’email era appannaggio solo di poche università e ambienti militari. É interessante la serie di mestieri nuovi che elencava: minatori di informazioni, restauratori di ecosistemi, tecnici delle microretri energetiche, interpreti culturali e storici digitali, monitor di biosicurezza, agricoltori urbani di orti verticali, scienziati della terraformazione, narratori immersivi (creatori di ambienti virtuali). Se dovessi studiare oggi per cercare un lavoro da grande ne terrei conto.
  • La singolarità è vicina di Raymond Kurzweil. Io l’ho trovato meraviglioso. Parte dal notare come il progresso scientifico e tecnologico abbia un andamento esponenziale e identifica l’anno 2045 come quello in cui l’intelligenza artificiale supererà quella umana. Con esiti imprevedibili. Le macchine potranno auto-migliorarsi senza il nostro intervento. Gli esseri umani potranno fondersi con la tecnologia, trascendendo i limiti biologici. L’immortalità digitale potrebbe diventare realtà attraverso l’upload della coscienza. Non tutti i critici di Kurzweil concordano sui tempi e neanche sul fatto che le cose andranno esattamente così, ma è da quando l’ho letto che, come per “Terra” di Brin, ad ogni nuova scoperta o applicazione tecnologica penso “Guarda lì: sta succedendo !”

4 pensieri su “Fonti”

  1. Qualcosa in comune l’abbiamo, poffarbacco, almeno riguardo a certe letture da entrambi ritenute piacevoli, interessanti e … formative! In particolare: Lo Zen e l’arte della manutenzione della motocicletta (con la “e”, però, congiunzione e non verbo!), La Gaia scienza, Così parlo Zarathustra, I Ching, Armi, acciaio e malattie: breve storia del mondo negli ultimi tredicimila anni, Sapiens: Da animali a dèi, Homo Deus, 21 lezioni per il XXI secolo e The science delusion, in versione italiana.

    La tua descrizione di altri titoli, poi, mi ha incuriosito e invogliato a comprare i libri e leggerli: lo farò e ti farò sapere, nonostante la mia biblioteca comprenda quasi 700 volumi ancora in attesa di essere aperti alla prima pagina: i libri, come le gastronomie, mi suscitano lo stesso fascino che, ad alcune donne, suscitano le scarpe! I primi li compro, le seconde, purtroppo, le frequento solo con lo sguardo …

    Per compensare The happiness hypothesis “che passa in rassegna modi per essere felici … che funzionano”, mi permetto di consigliarti Istruzioni per rendersi infelici di Paul Watzlawick a cui aggiungerei, dello stesso autore, Pragmatica della comunicazione umana e, su tutt’altro argomento, Disputa su Dio e dintorni di Augias e Mancuso.

    Concludo con una piccola critica al tuo blog su cui scrivi “cose”: non è facilissimo seguirlo! Se, infatti, riesco ad accedere in prima lettura grazie alla email che ricevo, non mi viene mai segnalata la presenza di un nuovo commento, malgrado io continui a spuntare ed accettare tutte le opzioni, compresa quella di “notifiche via e-mail per i nuovi commenti”: si potrebbe risolvere il bug senza eccessivi sforzi implementativi?

    1. Già, è venuta una “e” con l’accento. Probabilmente qualcuno dei tanti correttori che si infilano tra le mie dita e il testo. Ma non ci sta così male, in fondo, chi potrebbe negare che lo Zen sia (anche) quello ?
      Bello che abbiamo tante letture in comune, anche i libri di gastronomia (più, semplicemente, di cucina i miei). Andrò sicuramente a curiosare su Watzlawick, Mancuso e Augias.
      Sulla critica tecnica mi spiace, ma ho paura di non sapere come intervenire. Uso WordPress perchè fa tutto lui. Purtroppo ha parecchi limiti. Sicuramente si potrebbe intervenire, ma è scritto in PHP che è un linguaggio orribile, uno dei pochi che non ho avuto mai voglia di imparare. Reazione viscerale. Ho pensato più volte di scrivermi io un Blog Engine, tutto sommato è una cosa banale, ma qualsiasi sito Web oggi ha talmente tante esigenze sulla parte security, e necessità di interventi veloci per riparare eventuali falle, che diventa un lavoro oneroso. Non vale la pena scrivere un programma del genere per un solo uso. Guarderò se ci sono soluzioni, ma non garantisco. Comunque grazie per la segnalazione.

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