Che delusione il Papa da Fazio

Premessa

Visto ieri l’intervista di Fabio Fazio a Sua Santità.

Ne ho ricavato delusione e sconforto, forse acuita dall’essermi aspettato qualcosa di diverso, magari un tentativo del Papa di arrivare direttamente ai cuori delle persone, bypassando la gerarchia ecclesiale.

Magari c’è arrivato al cuore di qualcuno, al mio no. Anche se girando sui commenti su Twitter mi sono stupito di vedere chi lo criticava per motivi opposti ai miei, inneggiando a Benedetto XIII. E lì ho tifato per Francesco.

Comunque delusione, e parlandone con mia moglie, a cui invece è piaciuto molto, e mi chiedeva spiegazioni del disappunto, mi sono accorto che la spiegazione sarebbe stata lunga e noiosa.

Quindi, per rispondere a lei, e a chi voglia curiosare, racconto l’intervista che mi sarebbe piaciuto vedere.

Scena

Anzitutto la scenografia. Ha la sua importanza.

Non è un’intervista in DAD, Francesco non fa Smart Working e va fisicamente negli studi RAI di Milano.

Non è vestito in abito bianco. Si veste come un normale prete, in clergyman, e si siede sulla poltrona come un Burioni qualunque.

Critica del Papa a Fazio

Fazio comincia a chiamarlo Sua Santità e a dirgli che la Sua Presenza lo Illumina e che dopo lo sbarco sulla luna, anzi prima, questo è il momento più …

E lì Francesco lo blocca, gli dice di non dire cretinate e dargli del tu, perché vuol parlare di cose serie.

Anzi, gli chiede se può permettersi di iniziare lui con una critica alla trasmissione.

  • Prego, certo!
  • Senti, io non guardo quasi mai la televisione, ma prima di venire qui mi son guardato qualche puntata del tuo programma e, benché apprezzi il fatto che tu sia riuscito a invitare molta gente importante, devo dire che dai l’impressione di essere troppo lecchino. Le persone che inviti sono spesso oggetto di controversie, magari faresti un favore anche a loro, oltre che a chi ascolta, se facessi loro anche domande più scomode.
  • Beh, il rischio è che poi non venga più nessuno.
  • Non credo, a quel punto il solo rifiutare il tuo invito potrebbe essere inteso come incapacità di controbattere, alla fine un segno di debolezza.
  • Ok, ma guarda che inizio con te ?
  • Certo!, Non chiedo di meglio.

Chiese vuote

  • Allora cominciamo con il fenomeno delle chiese sempre più vuote. La Chiesa ha ancora un senso nel mondo di oggi ?
  • Sicuramente ha senso che un gruppo di persone provi a vivere una vita diversa da quella comune.
    Per diversa intendo non improntata alla semplice crescita individuale (economica, di prestigio, di cultura) e neanche alla semplice normalità (mi faccio una casa, la macchina, faccio dei figli, li faccio studiare). Non come critica a tutto questo (è quello che porta avanti il mondo), ma come sale della terra, un gruppo di persone che cerca di vedere le cose con un po’ più di distacco, cerca di capire, aiutare chi sta peggio. Insomma un gruppo che cerca di aiutare il progresso comune e in questo trova un tipo di appagamento diverso. Per chi lo accetta direi migliore.
    Non siamo i soli a fare questo. Forse il messaggio cristiano aggiunge il fatto di farlo con l’esempio, in modo che certi valori vengano trasmessi con la vita, non solo con le parole.
    Non una vita di sacrificio ma di benessere allargato, condivisione (soprattuto dei beni).
    Credo dovremmo creare comunità vere, di fatto alternative alle famiglie, in cui la gente vive insieme, condivide quello che ha, prega e medita insieme, educa i figli insieme, si impegna nel sociale, nella politica. Ma come individui, non come gruppo. Non deve esistere una dottrina politica della Chiesa. La chiesa deve essere testimonianza di un modo di vivere più intelligente.
  • Piuttosto distante dalla Chiesa di adesso
  • Piuttosto vicino alla Chiesa delle origini, credo. Sì, la situazione oggi è penosa, ma finirà da sola. Come dici tu le chiese si svuotano e non ci sono neanche più abbastanza preti per tenerle aperte. Stiamo importando preti dai paesi di missione. Sono preti con la mentalità che avevano i nostri negli anni ’50. Recitano formule a memoria e non dicono niente all’uomo comune. Per qualche vecchietta che ancora frequenta le chiese vanno ancora bene, ma necessariamente il tutto finirà. Intanto dovremmo buttare i semi per qualcosa di nuovo.
  • Farete in tempo ?
  • Se c’è una cosa che deve caratterizzare questa religione è l’estrema fiducia in Dio. Se questa è la strada giusta ci penserà Lui a farla funzionare, se no avremo percorso il nostro tratto con onestà, e questo ci deve bastare. Se il disegno giusto era un altro, comunque ne avremo fatto parte coi nostri errori.

La Chiesa l’ha creata Dio ?

  • Sei convinto che la Chiesa l’abbia creata Dio ?
  • Sì. Ma non per la famosa frase di Gesù a Pietro, “Tu sei Pietro e su questa Pietra fonderò la mia Chiesa”. Tra l’altro questa sorta di stile Rap non si trova in altre parti del Vangelo, io ho seri dubbi che la frase sia autentica e non inserita quando la Chiesa esisteva già, per giustificare se stessa.
    Non per quello, ma sì, sono convinto che sia voluta da Dio, perché sono convinto che tutto quello che esiste sia dovuto a Lui. Quindi sono convinto che anche l’Islam e il Buddismo e il Taoismo e tutte le altre religioni siano create da Dio. E sono convinto che ci sia il suo zampino anche nei libri di Marx e Nietzsche e in tutti gli altri libri, scritti da credenti o no. Sono convinto che la Scienza, il suo metodo e le sue scoperte siano dovute a Lui, e penso che tutti gli scienziati e i ricercatori, e chiunque studi qualsiasi cosa, stiano lavorando per Lui, che si professino credenti o no.
    La nostra Chiesa, come tutte le altre religioni, ha avuto un ruolo importante nel formare la società, il mondo di oggi. È difficile, forse persino sbagliato provarci, giudicare il loro operato alla luce della situazione attuale. Le scelte fatte nel passato erano sicuramente giustificabili nel momento in cui venivano prese. Col senno di poi si vede la miopia, ma non c’è un senno di poi per il presente, siamo miopi anche adesso. La Fede che c’è Qualcuno che ci guida deve essere la nostra unica consolazione, e con questo non voglio dire che siamo in grado, noi o altri, di capire quello che Dio vuole, voglio dire che ognuno andrà avanti con quello che è riuscito a mettere insieme, e avremo fiducia che dal caos risultante Lui saprà trarre qualcosa di buono.

Pedofilia nella Chiesa

  • Vogliamo parlare dello scandalo della pedofilia nella Chiesa ?
  • La Chiesa ha fatto malissimo a nascondere, stiamo cercando di rimediare
    Premesso che è molto diffusa anche fuori della Chiesa, soprattutto nelle famiglie (e qui dovremmo fare un discorso lungo sull’educazione, ma mi chiami un’altra volta), per quello che è successo nella Chiesa è il risultato di due cose sbagliate:
    1. l’ascetismo, la rinuncia alla sessualità possono essere una cosa buona se uno li sceglie, ma non si possono imporre (i preti sono dipendenti di un organizzazione terrena, sono obbligati ad accettare certe regole se no perdono il posto). Obbligandoli a vivere in castità si genera una sessualità repressa (e non sublimata), che fa danni. Dovremo trovare una soluzione, magari semplicemente accettare che un prete, se vuole, possa avere una compagna/compagno.
    2. la sessuofobia. Cattiva interpretazione delle Scritture, forse legata al punto precedente. Bisogna assolutamente liberarsene. Non è scritto da nessuna parte che il sesso è un male, anzi.
  • Sembra che nei seminari sia molto diffusa l’omosessualità
  • Non è così strano. Persone che vivono insieme, unite da un ideale condiviso, sentimenti di stima reciproca, facile che nascano attrazioni anche fisiche. Di nuovo può essere legato a quanto detto prima. Credo sia una cosa da non ostacolare, ma certo da mettere alla luce del sole.

Guerre

  • Cosa pensi della sofferenza, delle guerre ?
  • Quando vediamo al telegiornale la bambina che muore di freddo e stenti nel campo profughi stiamo male. E certo ho grande stima per chi cerca di aiutare queste persone, anzi invito tutti a farlo. Ma credo si debba anche guardare le cose da un po’ più in alto.
    Le guerre, la violenza, hanno avuto un ruolo importante nella crescita dell’umanità fin dai suoi albori. La violenza è semplicemente una delle espressioni della selezione naturale, che in definitiva ci ha portato a essere quello che siamo ora.
    Man mano che le nostre civiltà sono evolute abbiamo cominciato a prendere coscienza che ci potevano essere soluzioni migliori. Che la collaborazione può avere un risultato migliore per entrambi i contendenti rispetto alla guerra.
    Però è un processo lento, e, paradossalmente, spesso le guerre sono state strumento di unificazione. Non le giustifico, voglio solo dire che la storia procede per vie tortuose, ma alla fine riesce a produrre risultati stabili.
    Credo che il risultato finale a cui dobbiamo tendere debba essere un governo il più possibile globale. È l’unico modo per affrontare problemi come le guerre, le migrazioni, l’ambiente, lo spreco di risorse.
    Quindi, se da un lato sono riconoscente a chi si occupa di ridurre la sofferenza di oggi, credo non serva tanto indignarsi per l’insensatezza di certe situazioni attuali, ma lavorare attivamente per creare un mondo più globale possibile, in cui non esistano più singole nazioni e neanche blocchi di super potenze.
  • Non è un po’ utopistico ?
  • Se non può essere utopistico un Papa …

Divorzio

  • Sei contrario al divorzio ?
  • Mah, su questi temi la Chiesa ha un retaggio decisamente distorto. Penso si sia preso troppo alla lettera scritti e tradizioni che si riferivano a situazioni molto differenti da quella attuale.
    Premetto che non credo che la Chiesa debba avere troppo da dire su queste cose, meno che mai in modo prescrittivo. I modi della convivenza tra le persone, la forma dei nuclei familiari è in continuo mutamento.
    La famiglia tradizionale nasce soprattutto come risposta a una situazione in cui la maggior parte delle donne non lavorava, è chiaro che, a quel punto, dovevano essere mantenute dagli uomini e in cambio di questa possibilità di vivere, loro e i figli, accudivano la casa, educavano i figli e elargivano favori sessuali. Se ci pensi non era una condizione priva di lati negativi.
    Negli ultimi decenni questa situazione ha subito enormi scossoni. Ora la maggior parte delle donne lavora, e l’indipendenza economica mette in crisi quel modello di famiglia. Quel poco che ne sopravvive è ormai dovuto più che altro a queste incrostazioni ideologiche, a tradizioni dure a morire.
    Credo che dovremmo ripensare, tutti insieme, credenti e no, i modelli di questa convivenza. Magari partendo da principi fondamentali. Cos’è importante ? Cosa vogliamo preservare ? Io direi:
    • Salvaguardare il rispetto reciproco. In una famiglia nessuno deve essere schiavo di un altro.
    • Salvaguardare che ognuno possa vivere con le persone a cui vuole bene e ne è ricambiato. Che siano dello stesso sesso o di due diversi, se siano due o di più direi che non debba fare differenza. E se uno vuol stare da solo e avere rapporti solo occasionali con altri deve andar bene ugualmente.
    • Se una situazione relazionale si guasta ci si lascia. Le persone cambiano, si conoscono meglio, vengono a contatto con altre persone, non ha senso trasformare una famiglia in una prigione.
    • Se una relazione comprende dei figli è importante che la loro serenità non venga messa a repentaglio. Ma questo non vuol dire obbligare una coppia a stare insieme, vuol dire trovare i modi, anche con l’aiuto del resto della società di gestire la situazione.

Aborto e eutanasia

  • Cosa pensi di aborto e eutanasia ?
  • C’è sempre un po’ di ipocrisia nella Chiesa quando si parla di difesa della vita. Da una parte ci si schiera contro queste cose, dall’altra spesso si sono approvate guerre e pena di morte.
    Inoltre, forse, è bene inserire nella discussione anche il concetto di qualità della vita. Una madre, magari sola, che deve gestire un bambino che economicamente non può permettersi di crescere, o un bambino con grossi problemi fisici, la cui nascita poteva essere evitata per tempo, implicano due vite di sofferenza, sia per la madre che per il figlio. Forse è da mettere sul piatto della bilancia anche questo. E lo stesso vale per una persona sofferente che, per qualsiasi motivo, odi la propria stessa esistenza, o non sia nemmeno più cosciente di averla.
    L’uccidere qualcuno è un atto grave, non va fatto alla leggera. Ma non credo che nessuno voglia farlo. Forse qualche giovane donna che non ha avuto il dono di un’educazione seria può considerare l’aborto un’alternativa agli anticoncezionali, ma in questo caso è sull’educazione che bisogna intervenire. In tutti gli altri casi l’aborto e l’eutanasia sono una sofferenza anche per chi li sceglie.
    Alla fine io lascerei queste scelte alle singole persone. La società deve affrontare il problema in senso positivo, non vietando, ma aiutando dove può, a trovare soluzioni alternative, provando a dare senso a situazioni che il singolo magari non vede, ma la scelta finale non può essere che individuale.

Donne

  • Perché le donne non possono diventare sacerdoti o vescovi ?
  • Ti stai divertendo, vedo.
    Ok, non meriterebbe neanche parlarne. Chiaro che non c’è nessun motivo e dovremo cambiare. È di nuovo un retaggio della condizione femminile nei secoli scorsi. Il resto della società sta rimuovendo questi impedimenti e dovremo farlo anche noi. Spero che in futuro la Chiesa sappia anticipare queste trasformazioni invece di inseguirle.

Commiato

  • Fiuuuh !
  • Che c’è ?
  • C’è che è bello tutto quello che stai dicendo, ma non è quello che si percepisce dalla Chiesa.
  • La Chiesa è una strana cosa. Al suo interno ci sono anche molti che sarebbero d’accordo con le risposte che ti ho dato oggi.
    Certo molti altri no. Probabilmente la maggior parte. Ma il compito di un pastore è guidare le pecore, non seguirle.
    La Chiesa oggi è di fatto l’insieme di due cose molto diverse:
    1. un gruppo di potere economico/politico/culturale che difende tradizioni anacronistiche con un linguaggio del passato. Ammantando di sacralità interessi personali o pretese superiorità morali.
    2. un popolo che cerca nel Sacro delle risposte, un senso delle cose che non faccia a pugni con la realtà. Questi ultimi, purtroppo, sono spesso plagiati dai primi.
    Cambiare questa situazione non sarà facile. Non credo ci riuscirò io, ma credo sia un processo che deve iniziare, che posso iniziare.
  • Non hai paura che ti uccidano ?
  • Può succedere. È già successo. Ma no, non ne ho paura. La vita va spesa in qualche modo e il diventare un martire per difendere quello in cui credi è proprio una delle tradizioni di cui la storia della Chiesa è particolarmente ricca. Non che ci tenga eh ? Se si può evitare è meglio.
  • Ma tu credi nel Sacro ?
  • Credo nel Sacro che unisce. Nel tesoro nascosto che per cercarlo lasci tutto e chiami anche gli altri, perchè ce n’è per tutti.
    Il Sacro che diventa una scusa per scannarsi, per dire “Io che ci credo sono meglio di te”, o “Io ho capito e tu sei un deficiente” non mi interessa. A quel punto è meglio la normalità.