Pensieri e parole e porticine

A volte ai pensieri diamo meno priorità che alle altre cose.

“Questa cosa la penso domani”, adesso dobbiamo fare chissà cosa di più importante. Leggere quello, ascoltare dell’altro. Preparare, lavorare, sognare. E magari quella cosa, se l’avessi pensata ti avrebbe cambiato la vita.

Sono già pensate quelle cose, ovviamente. Ma sono in qualche stanzetta del nostro cervello, in penombra, con la porticina appena accostata. Si sente l’odore, si vede un tenue bagliore. Quando decidi di pensarle le fai uscire dalla stanzetta. Le vesti, ci metti un bel cappellino, le colori. Decidi con chi le farai incontrare, o decidi di tenertele tutte per te. Ma le rendi vive.

Se dici “le penso domani”, spesso domani non ci sono più. Chissà dove vanno, le cose non pensate.

Credo che quelle porticine abbiano un portinaio che funziona come gli algoritmi dei social networks. Tiene un tuo profilo. Ogni volta che non apri una porticina scrive che quel tipo di cose non ti interessa, e non te le fa più vedere.

Per questo questa cosa l’ho pensata ora, anche se avevo mille cose più importanti da fare. E l’ho pure scritta.

Una risposta a “Pensieri e parole e porticine”

  1. A me capita quando mi avvisi che hai pubblicato un nuovo articolo sul blog.
    Allora mi dico che 《adesso lo faccio…. finisco questo e lo faccio… domani, prima di ogni altra cosa lo faccio…》.

    Ecco perché mi mancano i momenti quotidiani della nostra passeggiata postprandiale.
    Perché lì facevamo quello e basta: era la nostra comfort zone per dirci in diretta tutte quelle sciocchezze che ora, in differita, a volte, quando riusciamo, ci scambiamo qui.

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