Terza Crociata

Oggi ci sarebbe piaciuto andare a Betlemme, ma pare si debba andare fino al confine in taxi, attraversare a piedi uno o due posti di blocco e prendere un mezzo dall’altra parte. Viceversa al ritorno. Troppo: non ci andremo.

Piove e fa freddo. Andremo al monte degli ulivi, in taxi forse.

Intanto lasciamo il Post, mi spiace.

È passata una ad invitarci a una seduta di yoga e meditazione per digerire, mi sa che ci vado.

Prese

Ci sono le prese quasi come in Italia (comunque compatibili coi caricatori).

Taxi

Sembra che i Taxi girino, ma al sabato costano il doppio.

Sa che prendiamo un pullman. Io avrei preferito andare a piedi.

Pulman

Bisogna prendere il 275. Gentilissimi per le indicazioni. Il biglietto costa circa un euro e paghi quando vuoi: puoi pagare mentre sali, se l’autista è già lì, oppure prima di uscire, oppure ti alzi durante la corsa, mentre l’autista sta guidando, vai da lui, lui smette di guidare (il bus non smette di andare avanti), gli dai i soldi e lui ti dà il biglietto e il resto.

Fermate

Il concetto di fermata è virtuale. Le fermate ci sono, Edo con moovit le vedeva ed ha anche capito dove scendere. Qualcuno aspettava il pullman in strada e l’autista si è fermato e l’ha fatto salire, ed ha anche fatto scendere gente (al volo, con la porta aperta senza fermarsi, devo dire). Ma nei posti in cui la gente saliva e scendeva non c’era nessun segnale. Si sa che lì c’è una fermata.

Monte degli olivi

Non c’è niente. Si vede Gerusalemme dall’altra parte della valletta. Un cimitero di lapidi senza foto, qualcuna senza nome. Riscendiamo in pullman.

Spianata delle moschee.

Tentiamo di andarci, non so cos’è.

Ehi, ferma mentre sto scrivendo mi ha circondato un gruppo di giapponesi con guida. Si sono seduti sulle panchine attorno alla mia (qualcuno anche sulla mia) e hanno letto insieme ad alta voce, in inglese, il vangelo del paralitico di Bethesda (sono di fronte alla piscina), ora la guida (deve essere un prete) sta spiegando il miracolo paragonando la malattia al peccato. Ora continuano a leggere. Forse non sono giapponesi, asiatici comunque. Ho proprio la guida che mi parla nelle orecchie, situazione un po’ strana, ma qui è tutto strano. Il prete sta ripetendo la storia che Gesù ci salva dal peccato originale. Come ha preso piede ‘sta storia, non c’entra niente col vangelo. Se Gesù apparisse qui adesso lo prenderebbe a ombrellate in testa.

Cantano Amazing Grace. Intonati. Amen. Se ne vanno. Ho chiesto a una di loro: erano di Singapore.

Dicevo che volevamo andare alla spianata delle moschee, ma non ti ci fanno andare, non so perché, sembra che oggi sia chiuso.

Souvenirs

Ci siamo fatti l’ennesima traversata del mercato nella città vecchia. Camminando a velocità pollo-da-spennare, ne siamo usciti con due ombrelli, un mezuzah (oggetto di culto ebraico), due magnetini shalom da frigorifero, un paio di reebook per Lory (“le scarpe più comode che abbia mai avuto”) e svariati shekel di meno in tasca.

Cenacolo No

Abbiamo incrociato un gruppo di italiani di Pisa e del Lago di Garda. Andavano al cenacolo. Li abbiamo seguiti per un’ora, sbagliando strada varie volte. Avevano la stessa guida di Fabrizio e Dona.

Alla fine siamo arrivati ad un rockfeller museum all’interno del quale ci doveva essere il cenacolo, ma non ho capito perchè non ci siamo andati … troppo stanco.

Getsemani (ma lo scrivono diverso)

Eravamo sulla strada e ci siamo trascinati fin lì.

Strana cosa questi posti simbolo. Come fai a conservare per duemila anni un albero d’ulivo, la sala di un ristorante, una mangiatoia, una piscina ? Ci costruisci una chiesa, magari qualche centinaio di anni dopo, e quella chiesa va in rovina e allora gliene fai un’altra sopra e va in rovina anche quella, e allora un’altro gruppo di fissati né fa un’altra sopra la tua e allora ti metti a bisticciare con questi qua dicendo che il posto era prima tuo …

In questi posti ci vedi qualcosa solo se ce l’hai dentro, sono come le fermate virtuali del pullman.

Verso Tel Aviv

Usciti dal Getzemani abbiamo trovato un taxi, che per 700 shekel ci ha portati a Tel Aviv. Insisteva per portarci a Betlemme, dice che lui faceva servizio religioso e al confine non lo fermavano. Gli ho detto che eravamo stanchi e comunque a Betlemme avremmo visto solo un’altra chiesa. No, secondo lui c’era proprio la mangiatoia, quella mangiatoia

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