Involuzione

Antenna parabolica sostituita con un camino
Antenna parabolica sostituita con un camino

La foto sopra l’ho scattata sul tetto di casa, mentre gli installatori della stufa a legna montavano il nuovo camino. Non avevano previsto di dover togliere l’antenna parabolica, ma abbiamo scoperto che il cammino ci sbatteva contro, per cui è stato inevitabile.

Quell’antenna è stata sul tetto una trentina d’anni, immagino sia stata una delle prime installate in paese. All’epoca non c’era ancora Sky, le antenne paraboliche le installavano pochi appassionati o curiosi. La mia era puntata sul satellite Astra. Ricordo di aver faticato non poco a farla salire sul tetto, con l’aiuto dei muratori che lo stavano ristrutturando, non passava dal sottotetto. Oggi si usano padelloni più piccoli, ma Il segnale da Astra era piuttosto debole e ci voleva quella.

Puntarla sul satellite era piuttosto complicato. Si usava una bussola per rivolgerla grosso modo verso Sud e un po’ più a destra (Astra è a 19,2 gradi Est), poi con un misuratore di segnale montato lungo il filo si aggiustava il tiro, fino a sentire un fischio costante. Un ulteriore aggiustamento guardando la lancetta dello strumento, finché segnava un massimo. Bisognava quindi scendere dal tetto e provare a sintonizzare il decoder per accertarsi di aver beccato il satellite giusto. In quella zona di cielo ci sono tanti satelliti e capitava di puntare su quello sbagliato, nel caso si ricominciava. Per qualche verso è un’attività simile alla pesca: si immagina che in una certa zona di cielo o di acqua ci siano satelliti o pesci e si punta la parabola o si getta l’esca per verificare se quanto immaginato corrispondeva o meno alla realtà.

Comunque sostituire una parabola con una stufa a legna sembra un po’ un involuzione. Anche se le stufe a legna moderne sono abbastanza tecnologiche. Hanno tutto un sistema per pilotare il percorso dell’aria fredda che entra e i fumi caldi che escono in modo da massimizzare l’efficienza. Per questa era disponibile anche un kit per inviare aria calda nelle stanze intorno e un telecomando per regolare il tiraggio dalla poltrona. Ma abbiamo evitato aggiunte che avessero a che fare con l’elettricità, il senso di una stufa a legna oggi è quello di prevedere tempi duri in cui i servizi che diamo per scontati non siano disponibili. Non so in effetti quanto sopravvivremmo senza elettricità, ma sapere che per qualche giorno ci si può scaldare anche senza può dare un briciolo di serenità. La spinta a installarla è stata comunque la possibilità (la certezza) che il costo del metano vada alle stelle.

Non so come stia messa la legna rispetto all’inquinamento ambientale. In teoria immette nell’aria molte più polveri del metano, ma gli alberi che servono per produrla sembra compensino per lo meno la CO2 emessa.

Intanto la macchina a metano la usiamo solo più a benzina, perché il gas costa troppo.

Personalmente sarei favorevole all’uso del nucleare, le tecnologie nuove sembrano più sicure, e sicuramente l’impatto ambientale è minore. E sarei sicuramente a favore di più metanodotti e di più degassificatori per diversificare la nostra dipendenza, e a quante più trivellazioni possibili per non foraggiare dittatori vari.

E invece bruciamo legna al posto del metano e tra un po’ non basterà nemmeno quella. Mi sembra proprio una conferma del vecchio detto “Il meglio è nemico del bene”.

13 pensieri su “Involuzione”

  1. Ecco una cosa su cui siamo perfettamente concordi, finalmente: l’uso dell’energia nucleare!
    Sono fermamente convinto che il futuro (vicino o lontano) non possa essere che quello.
    E’ una questione di evoluzione, appunto.
    Ricordo benissimo la mia prima esperienza elettorale, da neo-diciottenne, per il famoso referendum nato sull’onda della paura di Chernobyl.
    Lo perdemmo, come si sa. Ma ricordo benissimo che io profetizzavo che ci saremmo pentiti di quella scellerata decisione “di pancia”.
    E da allora abbiamo: comprato energia prodotta nelle centrali nucleari dei nostri vicini, inquinato con centrali a carbone e gasolio, pagato un costo enorme alla nostra dipendenza energetica e speso capitali per montare inutili girandole nei campi…

    Una nota poi sulla tua scelta “green” della stufa a legna: sono contento per te, e ti auguro di aver fatto una scelta giusta (ma non troppo, altrimenti significherebbe che tutti noi altri moriremo di freddo e stenti nel prossimo inverno siberiano!).
    Però,… non pensi che le dinamiche del mercato porteranno ad una aumento speculativo anche del prezzo della legna, come già si vede per il pellet?

  2. Qualche breve considerazione da un ingegnere nucleare contrario al nucleare.
    L’energia nucleare è green? Certamente, se lo intendiamo dal punto di vista dell’emissione dell’anidride carbonica: e il resto? Esistono tuttora enormi problemi riguardo alle centrali, sia pure di ipotetica ultima generazione: 1) la scelta dei siti idonei; 2) i tempi di progettazione e realizzazione; 3) la gestione degli impianti che, per quanto automatizzati, sono comunque influenzati da scelte di esseri umani (praticamente tutti gli incidenti seri finora conosciuti hanno questa caratteristica); 4) lo stoccaggio e lo smaltimento delle scorie, problema finora mai risolto davvero da nessuno: addirittura, in Italia non è stato neppure deciso il sito unico di stoccaggio (e, forse, non lo sarà mai!) per le scorie già prodotte. Potrei raccontarvi, se siete interessati, la mia esperienza personale presso la centrale di Trino – sei mesi per preparare la tesi: ricadute radiologiche in caso di LOCA, massimo ipotetico incidente! – che mi ha visto cominciare da impavido sostenitore e mi ha convinto esattamente del contrario!

    1. 1) Sono convinto che tra un po’, coi prezzi energetici alle stelle, con la gente al freddo in casa, ci sarebbe la corsa a farsi fare una centrale nucleare dietro casa se ti danno l’elettricità a basso prezzo.
      2) Se non parti non arrivi mai. Comunque mi sembra che si parli oggi di tempi più corti rispetto al passato.
      3) È vero per tante altre cose. Impianti chimici ad esempio, spesso non meno dannosi.
      4) Prima o poi si uscirà da queste logiche nimby. Sentivo che ci sono tecnologie per il riutilizzo delle scorie, ad esempio per fare batterie a durata infinita. È chiaro che i rischi ci sono, ma di energia abbiamo bisogno e da qualche parte bisogna trovarla.

  3. Ragionevolissime considerazioni, PG, che però cozzano con la realtà fattuale.
    Voglio dire che senso ha fare i duri e puri in campo nazionale, con solidissime motivazioni che tu hai addotto, e poi comprare l’energia nucleare prodotta a ridosso dei nostri confini, in Francia e Svizzera, ad es (a 98 km dal suolo italiano!)? Forse che un eventuale incidente che tanto ci spaventa in Italia, se succedesse in Svizzera, rimarrebbe limitato altre confine dal risultato di un referendum del 1987?

    1. Mi sembra appropriata la considerazione “geopolitica”. Conferma, se mai ce ne fosse bisogno, che i problemi energetici e ambientali non possono essere affrontati dai singoli stati, ma devono essere decisioni globali.
      Al referendum sul nucleare io avevo vinto, e me ne sono pentito. La considerazione che facevo ai tempi era che in un paese come l’Italia, in cui imperano corruzione e mafia avremmo costruito e gestito le centrali in modo inaffidabile, per cui, anche fosse stata sicura la tecnologia, noi l’avremmo resa insicura. Oggi penso che quel problema ci sia ancora, ma vada risolto per quello che è. Se non scoppiano le centrali (perché non le facciamo) cascano i ponti, che bello non è.

    1. É piuttosto come dire che se compriamo il gas e il petrolio da Putin stiamo invadendo l’Ucraina anche noi. E infatti vieni smettere ma non ci riusciamo. Alla fine con questi “non riuscirci” bisogna farci i conti, nessuna fonte energetica è esente da controindicazioni, neanche la riduzione dei consumi. Le scelte andrebbero fatte coralmente, ma nell’impossibilità di farlo non ha senso ignorare le scelte degli altri.

  4. Al di là del paradosso, intendo semplicemente dire che se qualcuno compie scelte sbagliate e pericolose che potrebbero nuocere anche a noi, forse non è opportuno seguirne l’esempio solo per convenienza economica. Non ti pare? Poiché, caro Vic, mi sembri una persona ragionevole – ben più del nostro comune editore 😁! -, allora ragionarci su …

  5. Ti ringrazio, PG.
    Ragionevoli lo siamo un po’ tutti, più o meno…
    Piuttosto a volte ci piace come ragionano gli altri, e a volte meno, a seconda di quanto ci riconosciamo.
    Nello specifico la mia pragmaticità mi fa sentire vicino al nostro “editore”, una volta tanto!
    E meno male. Sennò ci bannava entrambi. 🙂

    La mia posizione in proposito comunque non è “visto che sbagliano gli altri, facciamolo anche noi”.
    Il punto è che io ritengo non sia sbagliato l’utilizzo del nucleare. Nel senso che mi auspico vengano indirizzati tutti gli sforzi possibili della ricerca e della politica per mettere prima possibile in sicurezza questa tecnologia, l’unica che garantirà nel futuro i fabbisogni mondiali.
    A meno che non pensiamo davvero di poter continuare a mantenere gli attuali standard, anzi i trend rialzisti, di fabbisogno energetico con le girandole sui balconi e i pannelli sui tetti.
    E mi riferisco ai comfort ormai imprescindibili per la nostra società: riscaldamento a palla d’inverno, condizionamento a palla d’estate, domotica energivora, …e i trasporti e-green!
    Come li garantiamo, quando il cattivo Putin ci chiuderà i rubinetti?

  6. Comprare il gas russo, come stiamo facendo, non si risolve, domani, grazie al nucleare: ci vorrebbero comunque molti anni. E se e quando Putin ci chiuderà i rubinetti, i nostri comfort ormai imprescindibili non ci arriverebbero di sicuro dalle centrali, anche se decidessimo di progettarle e costruirle a partire da … ieri! Per quanto questi impianti vengano considerati intrinsecamente sicuri, non lo è affatto la loro gestione, credetemi.

    Vi propongo un compromesso: cominciamo con il primo mattone della prima centrale non appena in Italia sarà definito il sito di stoccaggio delle scorie a livello nazionale.

  7. Ci sto!
    E sono sicuro che prima o poi si farà.
    Spero non troppo poi…
    Ma si farà!
    Semplicemente perché …non ci sono alternative.
    Scommettiamo? 😀

    1. Mah, vista la difficoltà per mettere un termovalorizzatore a Roma io sarei più prudente con la scommessa. Credo però che sia un tipo di problema che dobbiamo imparare a superare.

  8. Certo che ci scommetto! Decidi tu la posta ma devi specificare meglio il “prima o poi”: se per la prima centrale si utilizzerà la fusione e non la fissione allora avrò vinto io!

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