Stanotte avrei forse preferito una sistemazione più confortevole, e magari un posto con lavatrice e asciugatrice, ma non è andata così.
Ci siamo spinti fino a Tosantos, per fare almeno una ventina di km. Ne abbiamo fatti 22.
Qui l’unico albergue aperto è di nuovo un donativo. Non è gestito da un’associazione, ma in proprio da Jose Luis, e c’è un volontario di Barcellona che si chiama Ramon.
Lo abbiamo incontrato nella piazza del paese che fumava (dall’odore direi non fosse tabacco). Gli abbiamo chiesto dove fosse l’albergo e ci ha detto che era uno degli hospitaleros, e ci ha accompagnato qui.
Gentilissimi tutti e due. Per il resto uguale a Gràñon: si dorme per terra su dei materassini, si prepara la cena insieme e c’è una preghiera facoltativa dopo. Jose Luis ha detto che ci vuol far vedere una chiesa del sesto secolo abbarbicata sui monti qui dietro. Siete minutos da qui. Ma deve chiedere le chiavi all’alcade.
È appena passata una coppia di ragazzi che avevo visto in stanza ma non avevo salutato. Mi hanno identificato come italiano, loro sono di Modena, appena laureati, e si sono presi un periodo di vacanza prima di cercare lavoro.
Sono qui coi piedi a mollo in una bacinella di acqua calda e sale. Ho detto a Jose Luis che avevo una vescica e me l’ha preparata.
Non ho ben capito cosa spinge queste persone a fare i volontari, se glielo chiedi rispondono che gli piace. Forse per incontrare gente. Forse per un piccolo guadagno, non credo davvero molto. Le due di ieri sembravano animate da un qualche senso religioso, i due di oggi direi meno, anche se è difficile giudicare.
camminare
A parte la vescica, dovuta credo ai calzini e alle scarpe che non asciugano con questo tempo, il camminare direi che sta andando bene. Mi stanno tornando in mente tutte le lezioni Feldenkrais di Silvia Conte sull’argomento.
Soprattutto la camminata spinta più dai muscoli prossimali che da quelli distali: che si potesse camminare muovendo i muscoli del bacino e delle spalle, impegnando quelli delle gambe solo per mantenere l’equilibrio e lasciandoli riposare ad ogni passo, è stata una sorpresa. A quanto pare è un modo naturale di muoversi, ma è in qualche modo controintuitivo. In effetti ci si stanca parecchio di meno. Quelli più vicini alla spina dorsale sono muscoli che si stancano molto difficilmente.
A forza di camminare ho anche più forza. La cosa che mi frena di più ora sono i vari dolorini ai piedi, ma miglioreranno. Spero.
preghiera
Ho dovuto ricredermi sulla religiosità di Jose Luis.
Mentre preparavano la cena si è messo a canticchiare dei canti di Taizè. Mi ha detto che ci è stato molte volte, ha anche una serie di libretti dei canti nella cappella all’ultimo piano, dove ha organizzato la preghiera serale. Molto bella.
È una strana religiosità, comunque, quella che trovi lungo il Camino. Credo che Jose Luis la incarni perfettamente nei discorsi che fa. Riceve continuamente telefonate di gente che vuole prenotare e fa a tutti un discorsone in cui spiega che il concetto stesso di voler prenotare dove passerai la notte snatura il Camino. Gli albergue per pellegrini non rifiutano mai ospitalità a nessuno, se non hanno posto da qualche parte ti sistemano da qualche parte, per cui non è necessario prenotare. Prenotare fa del Camino un’attività turistica. Secondo lui questa assenza di preoccupazioni per il domani, per la notte è l’essenza stessa del Camino. Non accadrà quello che tu ti aspetti, ma quello che veramente ti serve.
Lo trovò molto bello.
San Juan de Ortega
Niente Wi-Fi negli albergue a donativo e rete mobile scadente, per cui si va avanti col racconto.
Arrivato in questo paesino a 16 km da Burgos.
Ci sono un paio di posti per stare. Niente di che. E anche piuttosto cari. Gente un po’ antipatica che gestisce. Hanno le prese elettriche un po’ dappertutto dove ci siamo fermati, ma non funzionano. La cena costa 8 euri, ma consiste solo di un piatto di pasta. Kira non l’ha preso perché è vegetariana.
Abbiamo incontrato Kira quando siamo partiti. Lei ha dormito a Belorado , per cui si era già fatta 5 km di camminata. Qui le persone che hai già incontrato in un paio di occasioni ti sembra di conoscerle da sempre. È una bella donna di 49 anni, ha lo sguardo un po’ triste e quel sorriso glaciale che spesso hanno le nordiche, è anche lei danese. Hanno parlato in danese metà del tempo lei e Connie, ogni tanto si ricordavano che c’ero anch’io e passavano all’inglese.
Camminata piacevole. Abbiamo parlato della situazione dell’Europa, tra le altre cose. Lei, come Connie, non vorrebbe un Europa con più poteri e con un esercito. Hanno paura di pagare tasse al posto degli italiani corrotti e pigri.
Per strada abbiamo incontrato anche Cristina. Era sola. Laura non stava bene e l’ha preceduta in taxi fino ad Anges, altri 5 km da qui. A Burgos Laura deciderà se andare avanti o tornare a casa. Spero che un po’ di riposo la rimetta in sesto.
Qui ho incontrato anche John. Gira con la sua tenda su un carrello, tipo triciclo, e si ferma a dormire dove vuole quando è stanco, quando può approfitta degli albergue de peregrinos per una doccia e una cena. É la nona volta che va a Santiago per i diversi Caminos.
Fa piuttosto freddo, anche se non ha piovuto e c’è il sole.
Domani dovremmo riuscire ad arrivare a Burgos, è a 26 km da qui.
Beato te, Vins, che te sei lì lontano, isolato, in una bolla, …dove non arrivano gli echi della triste querelle tra Kirill e Francesco. 🙁
Nel tuo prossimo pernottamento in una chiesa, fa’ una preghierina.