Democrazie in pericolo

Il problema fondamentale di riuscire a *prendere decisioni in tanti*, oggi non può che avvalersi di sistemi digitali.

Che in fondo abbiamo già. Se dovessimo eleggere qual è il veicolo che nella nostra epoca offre la maggior espressione di democrazia credo sceglieremmo i sondaggi.

Pensateci. Abbiamo già un sistema collaudato per capire cosa pensa la maggior parte di noi su qualunque tema. Non solo, possiamo avere questi dati disaggregati per fasce sociali, età, e un numero impressionante di altre categorizzazioni. Stiamo già, di fatto, votando continuamente, su tutto. Chi prende decisioni che riguardano le nostre vite potrebbe tenere in gran conto questo *sentire collettivo*. Magari non sempre lo fa. O ne tiene conto non tanto per il bene collettivo, quanto per interessi di altra natura. Forse un governo di tecnici, scelti a caso, a rotazione, e che governino in base a sondaggi sarebbe già una forma di democrazia migliore di quelle attuali.

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Carlo Rovelli e la guerra

Rovelli ha ragione su tutto questo, ma non trae conclusioni esplicite. Non dice, ad esempio, che dovremmo cessare gli aiuti militari a Zelensky. Si può pensare che lo dica implicitamente, e, immagino, che chi ha riproposto questa riflessione la intenda in questo senso.

Io sul trarre questa conclusione non sono d’accordo.

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